Forse è un po’ scontato affermarlo e forse è un po’ banale leggerlo: ciò che facciamo cambia noi e il nostro mondo. Gli esseri umani sono in una continua trasformazione quotidiana e il mondo in cui vivono è un intreccio di interpretazioni e di eventi che concorrono alla narrazione dello stesso. È incontestabile che vi sia una relazione tra le decisioni che si prendono, le interpretazioni del mondo e la possibilità di reinventarsi continuamente: «Comunque sia, finché non arriva quel giorno, ecco qua i libri, come una galassia pulsante, e le parole, dentro di essi, sono un altro pulviscolo cosmico che fluttua, in attesa dello sguardo che le fisserà con un significato o in esse ricercherà un significato nuovo, perché proprio come continuano a variare le spiegazioni dell’universo, anche la frase che prima era sembrata per sempre immutabile offre improvvisamente un’altra interpretazione, la possibilità di una contraddizione latente, l’evidenza del proprio errore» (José Saramago, Storia dell’assedio di Lisbona, Bompiani, Milano 1990). Ciò a cui fa riferimento Raimundo Silva, protagonista del romanzo sopracitato, è proprio la possibilità di cambiare il corso della propria vita attraverso una nuova interpretazione, attraverso una scelta.
Lo stesso Raimundo, nelle pagine precedenti, cambia il corso della propria vita aggiungendo un “non” all’interno di un evento importante riguardante l’assedio di Lisbona da parte dei portoghesi, arrivando ad affermare che i Crociati non aiutarono i portoghesi durante l’assedio di Lisbona. Raimundo sceglie di introdurre un piccolo “non” tra una parola e un’altra e, nonostante la brevità di quella parola, egli cambia il senso di tutto il libro. Quell’azione è fortemente voluta benché irrazionale. È, infatti, consapevole che tale azione potrebbe determinare il suo licenziamento ma, inaspettatamente, non viene licenziato, incontra l’amore e diventa un romanziere. Tutto ciò è possibile solo grazie alla scelta – forse anch’essa irrazionale ma indubbiamente voluta – di un’altra persona. Lei è Maria Sara, l’unica che esorterà il protagonista a scrivere una nuova storia dell’assedio di Lisbona basata su quel “non”.
In definitiva, ciò che Saramago vuole suggerire ai lettori è che ogni azione, per quanto piccola o limitata possa essere, può avere una portata epocale. Si potrebbe affermare che, nella nostra quotidianità, ogni scelta è in grado di far cambiare rotta alla nostra esistenza. Giorno dopo giorno noi edifichiamo il palazzo della nostra esistenza, in tutta la sua bellezza e con tutte le sue imperfezioni. Tuttavia, bisogna ammettere che non tutte le scelte edificano tale palazzo. Ma è proprio questo il punto focale su cui bisogna porre attenzione: alcune scelte sono delle svolte che distruggono per poi ricreare, sono dei punti di svolta epocali tanto per noi – Raimundo conosce e si innamora di Maria Sara, oltre che a scrivere un romanzo – quanto per gli altri – il romanzo scritto dal protagonista cambia il punto di vista sugli eventi storici passati. Il piccolo errore deliberato porta con sé la possibilità di un grandissimo cambiamento a livello esistenziale: Raimundo ha scelto deliberatamente di introdurre quel piccolo “non” che cambia ogni cosa, così facendo trasforma la sua vita e, insieme, quella altrui. La trasformazione del passato – la «Storia», come scrive lo stesso Saramago in Lezioni italiane – porta con sé anche la trasformazione del presente di Raimundo – egli, infatti, passa da essere un correttore di bozze che vive nella sua solitudine, a essere un romanziere innamorato – ed è vero anche il contrario, per una sorta di proprietà commutativa: il presente trasforma il passato.
In ultima analisi, quando noi compiamo una scelta dobbiamo tenere conto che essa possa creare nuove interpretazioni e nuove possibilità. Le scelte sono κρίσις (dal greco antico “crisi”, “scelta”, “punto di svolta”) che ci separano da ciò che eravamo e ci conducono verso ciò che abbiamo scelto di essere. Non importa quanto grande sia la portata della scelta, da essa non si possono prevedere le sue conseguenze, proprio come accade a Raimundo. Infine, se il dover scegliere ci paralizza, come è lecito che sia, tenere a mente ciò che Saramago ci vuole dire in questo romanzo forse può essere d’aiuto: la vita è troppo breve per aver paura di agire, bisogna avere solo il coraggio di compiere le scelte giuste per noi, trasformare noi stessi nella direzione che vogliamo. Quotidianamente siamo chiamati a scegliere cos’è meglio per noi, e ogni decisione costruisce, ma non determina, il nostro futuro.
NOTE
[Photo credit Jon Tyson via Unsplash.com]