“Viviamo in un mondo malvagio, e quando un individuo intelligente decide di dedicarsi al crimine, è davvero la cosa peggiore”.
Arthur Conan Doyle
Nel piccolo paesino di St. Mary Mead c’è un gran fermento: Marina Gregg, famosa diva di Hollywood, ha deciso di organizzare una festa per il suo ritorno sul grande schermo, invitando l’intera cittadina. Una festa dove regnano fama e spensieratezza, dove regna lo “stare bene comune”, dove l’etichetta fa da padrona, dove ogni equilibrio, in un solo attimo, viene tragicamente rotto.
Il cristallo del bicchiere incontra il pavimento, il rumore echeggia nel prestigioso salone della villa. Una donna, esce da quella serenità putrefatta: Heather Badcock muore avvelenata. Lo sgomento dei presenti, il terrore scuote gli animi più spavaldi e invade quelli più fragili; più di tutti quello di Marina Gregg, a cui era originariamente destinato il bicchiere. A seguito di un casuale urto, Miss Badcock aveva rovesciato il suo cocktail: proprio Marina era stata così gentile da cederle il suo. Un cocktail mortale, passato da una mano all’altra con un gesto gentile. Ma chi avrebbe potuto voler uccidere l’insignificante Miss Badcock? Certamente quel bicchiere di Marina le era costato la vita, ma era quest’ultima ad essere davvero in pericolo. Troppe persone avrebbero voluto sbarazzarsi di lei: attrici rivali, uomini del passato, ma più di tutto l’invidia della gente. Una donna amata e invidiata da tutti: un bersaglio così esposto, eppure così irraggiungibile.
Inizia così “Assassinio allo specchio” di Agatha Christie, uno dei gialli dell’Autrice più coinvolgenti e significativi in cui ad indagare è Miss Marple, la celebre anziana signora che trascorre una “tranquilla” vecchiaia nel villaggio di St. Mary Mead. Mai sposata, ama praticare hobby come il giardinaggio e il cucito, oltre a prendere numerosi the con le amiche, rigorosamente zitelle come lei. Eppure, quella che definisce la sua vera passione, è lo studio della Natura Umana: si finisce per catalogare le persone per tipologie, quasi come le piante o i volatili. Qualche volta ci si sbaglia, ma il tempo chiarifica gli errori sempre di più e consente di avere le giuste riprove.
L’elemento strabiliante di questo giallo è che Miss Marple non indaga “in diretta”, né partecipa al ricevimento organizzato da Marina Gregg; l’anziana signora è infatti a casa costretta da un malore, ed è un’amica, Miss Bantry, a raccontarle l’accaduto, inserendo nella spiegazione della vicenda, un fatto alquanto strano. Miss Bantry ha infatti notato un momento di smarrimento dell’attrice proprio nello stringere la mano di Heather Badcock all’inizio del ricevimento; un improvviso blocco, l’espressione agghiacciante e lo sguardo proiettato verso qualcosa alle spalle della sua interlocutrice.
Marina era già consapevole del pericolo che avrebbe potuto incombere su di lei? Cosa le appare di tanto destabilizzante da perdere per un momento le sue buone maniere studiate sempre nel dettaglio?
La percezione del giallo, garantita da ogni evoluzione dell’intreccio, consente uno studio dell’uomo in ogni sua debolezza. Il crimine non è uno status, non è una qualifica che ti etichetta dalla nascita, nella maggior parte dei casi.
“Il crimine non è altro che energia male indirizzata” (Emma G.)
In ogni individuo c’è un solo lato che può allontanarsi dal bene per raggiungere la malvagità. L’impulso, il momento in cui il nostro cervello – in maniera estremamente egoista – ragiona sul modo in cui orientare il comportamento. Una frazione di secondo, un progetto costruito per un’intera vita. La natura umana non è prevedibile, ma osservabile.
Una dose di genialità nei romanzi di Agatha Christie; questo contraddistingue la sua indagine all’interno di quel noi che, troppo spesso, non conosciamo.
Trovare la soluzione equivale ad una prospettiva diversa: sotto alla maschera che ognuno di noi indossa esiste uno specchio dell’anima, che denuncia ciò che prende il sopravvento su di noi.
Cecilia Coletta
[Immagini tratte da Google Immagini]