Molto spesso si sente dire che la vita sia un viaggio. Non si tratta quasi mai di un viaggio in solitudine, poiché in molti momenti della vita siamo in compagnia di altri. Perché dedicare attenzione alla scelta delle persone che ci stanno accanto? Perché influenzano inevitabilmente la nostra vita, in maniera positiva o negativa.
Ci sono persone che contribuiscono alla nostra felicità e persone che invece ce la sottraggono, lasciando spazio solo alla sofferenza. Queste ultime sono più facili da incontrare nel nostro percorso e sono quelle più nocive per il nostro benessere. Menzogne, manipolazione, calunnie: tutti stratagemmi infantili messi in atto da chi non è sufficientemente maturo. Costoro non ci comprendono, non riescono ad instaurare una connessione emotiva con noi, hanno una visione degradata di qualunque cosa, ponendo ostacoli al raggiungimento della nostra felicità.
Ebbene sì, si tratta di persone molto infelici. E proprio perché profondamente infelici, che anche coloro che vi sono accanto non possono essere felici.
Diversamente gli amici sono persone con cui è più facile comunicare e sviluppare un buon rapporto empatico. Costoro si prendono cura di noi, ci fanno sentire a casa e desiderano il meglio dalla nostra vita. L’empatia è la formula alchemica che alimenta i rapporti sociali. Essa struttura la sua essenza attraverso il dialogo. Da qui tutta l’importanza degli studi di Marshall Rosenberg sulla comunicazione non-violenta, o delle opere sull’ascolto attivo di Carl Rogers.
Dove non c’è dialogo infatti non c’è possibilità di rapporto alcuno.
L’empatia è una forma di intelligenza, è la capacità di comprendere lo stato d’animo dell’altro, di assumere un punto di vista diverso dal proprio, il quale è ciò in cui consiste in fondo il dialogo stesso.
L’empatia diviene quindi un modo di conoscere se stessi attraverso le emozioni, perché permette di capire che tipo di persone siamo dal mondo in cui agiamo nei confronti degli altri, una volta compreso ciò che essi sentono “dentro”. Le persone non dimenticano quasi mai, neanche con l’età, di come le si ha fatte sentire.
“La felicità è una decisione che dobbiamo prendere ogni giorno” ci suggeriva la pittrice messicana Frida Kahlo. Ma se la felicità è perciò una scelta, perchè non condividere questa scelta con qualcun’altro? Come ci ha indicato Thomas Jefferson, ogni singolo individuo in fondo ha il diritto di essere felice.
Gli amici sono coloro con cui condividiamo il nostro tempo, facendo il loro meglio per aiutarci a crescere e trasformarci nella migliore versione di noi stessi. Infatti il miglior regalo che una persona possa fare ad un’altra è il proprio tempo.
Che cos’è l’amicizia in fondo se non condivisione di tempo? Che cosa c’è di più prezioso del nostro tempo, della nostra stessa vita?
Nella mia esperienza di vita quotidiana ringrazio sempre coloro che abbiano voluto condividere con me il loro tempo in maniera disinteressata.
E se l’amicizia non ha nulla a che vedere con la ricerca del profitto, tanto meno ne ha con la manipolazione degli altri. I narcisisti sono infatti coloro che manipolano i propri cari al fine di ottenere un vantaggio personale e imporre il proprio volere.
Come mi ha insegnato il professore di Psicologia sociale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Paolo Benini, queste persone non riescono infatti ad essere veramente serene perché ricercano costantemente negli altri un affetto che, negato durante l’infanzia, non può essere raggiunto, seminando inevitabilmente dolore nelle persone che stanno vicino.
Le amicizie ci trasformano la vita, ci riempiono di tranquillità, amore e libertà. Certamente se si desidera vivere felicemente, ci si circonda di chi ravviva l’anima e non certamente di chi la deprime.
L’amicizia non conosce imposizione di sorta, perché la sua natura non lo concede. L’amicizia è una forma di libertà, non è assoggettabile. Non può essere asservita in alcun modo: noi possiamo solamente favorire le condizioni per il suo sviluppo.
Nella nostra cultura post-umana estremamente razionalizzata e mercificata le persone si alienano le une dalle altre, sono incapaci di comunicare realmente, finendo per chiudersi in se stesse, in un mondo freddo e privo di calore umano, spaventati dal contatto dell’altro.
A volte tuttavia la solitudine non è un male, in quanto permette di riconoscere il valore della presenza dell’altro, la quale viene spesso data per scontata, quando invece probabilmente non lo è affatto.
Spesso le persone non coltivano amicizie perché hanno paura di soffrire, precludendo a loro stesse la possibilità di apprezzare una delle dimensioni della vita che che sono loro più intimamente proprie. L’amicizia richiede perciò grande coraggio. Come Epicuro ci ha insegnato, il rischio è ineludibile per amore dell’amicizia. Non dobbiamo perciò temere di instaurare autentici rapporti con gli altri,di essere veri, non dobbiamo temere di essere felici.
L’amicizia è una cosa sacra, è felicità nel vedere l’altro felice e rende noi stessi persone migliori. Una volta che avremo compreso come essere veri amici, la vita si trasformerà in modo veramente positivo perché si ama la propria vita attraverso l’altro, il quale diviene perciò un riflesso di noi stessi.
Davide Vardanega