Genio, sregolatezza, anticonformismo, tre parole per esprimere uno degli artisti più noti e amati della Pop Art: Andy Warhol. Fondatore della Factory, autore di famose serigrafie, Warhol ha scosso il panorama artistico americano degli anni ’60, esprimendo con innovazione la realtà del tempo, facendosi interprete di un mondo e delle sue contraddizioni. Marylin Monroe, Aretha Franklin, Mick Jagger sono solo alcuni dei volti riprodotti con ripetitività incalzante nelle sue opere, oggi visibili presso la mostra ospitata al Museo Civico di Asolo, aperta al pubblico dal 28 gennaio al 17 aprile 2017 e che segna i 30 anni dalla morte. Un evento da non perdere, che permette al visitatore di viaggiare nel tempo e nello spazio, per immergersi nell’America di cinquant’anni fa, negli anni del boom economico e del successo dei mass media.
Il percorso ha inizio nelle sale antistanti a Sala della Ragione, dove è situata la mostra vera e propria. Il turista viene dapprima avvicinato alla realtà di Warhol con una serie di immagini e didascalie che offrono alcuni scorci sul suo mondo e su quello dei suoi collaboratori, rivelando momenti di vita, aneddoti interessanti di un passato in fondo non così lontano da noi.
«Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti».
«Non è forse la vita una serie di immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?»
«La pop art è un modo di amare le cose».
Queste sono solo alcune delle citazioni che lo ricordano, che rendono indelebile l’immagine dell’uomo eccentrico, dai capelli color paglierino, che era solito indossare scarpe da tennis anche in situazioni ufficiali. Un uomo e un artista che ha fatto storia e che è riuscito a cogliere intimamente ciò che lo circondava, rappresentandolo in opere innovative. Da questi primi spunti, che si possono intuire già nella rassegna di fotografie all’ingresso, il visitatore è spinto poi ad addentrarsi nel cuore della mostra, dove sono ospitate più di cinquanta opere originali, quasi tutte serigrafie accompagnate da poche litografie, che ripropongono gli aspetti salienti della sua arte: dalla ripetitività alla riproduzione degli oggetti di consumo, dalla ritrattistica ad omaggi che ricordano i più famosi artisti dell’epoca. Si tratta di opere che provengono da tre collezioni private, due venete e una lombarda, non visibili in altri musei. Un evento che permette dunque di toccare la sua produzione da molte angolature, di conoscere a tutto tondo la sua arte, anche quella inedita, se non fosse soltanto per la presenza dei libri che occupano un intero angolo della grande sala.
Ma addentriamoci ora più a fondo nella sua opera: che cosa rende Warhol davvero Warhol? La serigrafia, innanzitutto: la tecnica di stampa da lui utilizzata per simulare la produzione in serie, la corsa verso la massima redditività e il massimo consumo, calzante rappresentazione dell’America del tempo; la scelta di soggetti noti, in secondo luogo, sia nell’ambito del cinema che in quello alimentare: da Marylin Monroe alle lattine Campbell, da Mao Tze Tung alla famosa Coca-Cola, la bevanda più nota agli americani. Tuttavia si può dire che Warhol non sia solo questo, ma molto di più: egli è ricerca profonda e sofferta della fama, unico antidoto contrapposto al fantasma della morte, è rottura con il pensiero artistico precedente, è infine interesse per gli affari: «essere bravi negli affari è la forma d’arte più affascinante. Fare soldi è un’arte» diceva lui stesso. Un autore versatile dunque, dalle mille passioni, che è riuscito ad interpretare un’epoca e una realtà di cui noi siamo figli e da cui dipendiamo profondamente.
Tutto questo ad Asolo, con apertura al pubblico il giovedì e il venerdì dalle 15.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00. Qui per maggiori informazioni.
Anna Tieppo
[Immagine tratta da Google Immagini]