Oggi la mancanza di tempo vuoto è direttamente proporzionale alle aspettative che riponiamo nella nostra vita: chi sta bene non ha tempo. Ai tempi del Covid-19, con la quarantena obbligatoria, molti di noi hanno ritrovato molto di questo tempo perduto. Restiamo solo noi per salvarci dall’angoscia e dalla frustrazione. Ecco dunque un Decalogo dell’Otium che vuole mostrare la vita alternativa di una mente ‘sfaccendata’ che senza più una routine, può ritrovare se stessa.
1. Non cercate connessioni che non ci sono
Cicerone e Ovidio, grandi mastodonti dell’impegno pubblico nell’antica Roma, tenevano in gran conto l’Otium: questo è sinonimo di pax contrapposta al labor che «forgia le spade e inimica le misere città»1, ed è ritenuta una dimensione estremamente produttiva, una possibilità di meditazione efficace2. Evitate quindi di fare inutili comparazioni con la vita frenetica precedente: ci facciamo ingannare dal fatto che era piena di abitudini ormai consolidate, frustranti ma sicure, di cui ci lamentiamo ma che non vogliamo abbandonare.
2. Tutto scorre
Eraclito ci ha insegnato che ogni volta che saltiamo in un fiume non ci bagniamo mai nella stessa acqua: allo stesso modo, la situazione che stiamo vivendo è soltanto un tuffo in un fiume che non smetterà di scorrere; oggi, è soltanto un piccolo episodio nella storia delle nostre vite.
3. Non mancare (per gli altri)
«Nella guerra tra fanatismo e nichilismo sono i più deboli a cadere come birilli»3. La minaccia del Virus ci ha livellati tutti quanti allo stesso modo ed è un’opportunità per smettere di farci la pelle a vicenda con i nostri giudizi: approfittiamone per avvicinarci ed esserci per gli altri e ritrovare un po’ di rispetto reciproco.
4. Rispetta le regole
La situazione corrente ci mette alla prova con le regole istituite apposta per fare fronte all’emergenza. Le regole servono e Wittgenstein e Benjamin, ci ricordano perché: senza le regole non potrebbe essere scritta nemmeno una frase ed esse esprimono un’etica che è nostro compito comprendere. È pur vero che tendiamo sempre a infrangere le regole quando le riteniamo stupide, ma nel caso rammentate bene il giuramento di Ippocrate: assicuratevi bene, con sincerità, di non nuocere a nessuno.
5. Trova la tua valvola di sfogo
Scoprire se stessi significa capire come stare meglio: gli stessi maestri Zen hanno ammesso la necessità di allentare le briglie alle proprie passioni. Non che questo legittimi comportamenti estremi né tantomeno rappresenta l’apice del percorso spirituale, ma a volte è importante sfogarsi per trovare il proprio equilibrio.
6. Fai le cose perché desideri farle, non perché tu debba
Seneca scriveva: «Non sono sfaccendati quelli i cui piaceri costano molta fatica»4: è sfaccendato solo colui che si dedica alla saggezza e alla cura di se stesso. Non c’è niente di male a dedicarci pigramente alla stimolazione piacevole dei nostri sensi: la pigrizia, infatti, è qualcosa di attivo e assolutamente non scontato. La pigrizia è intima.
7. Sii per te stesso
Cerca il tuo Io interiore ed esteriore: non dare per scontato ciò che sei solo perché un’assurda serie di abitudini giornaliere ti ha modellato. Quando cambia il contesto cambiamo anche noi e tornano a galla tutta una serie di sfumature che prima avevamo seppellito sotto le priorità quotidiane.
8. Rilassati mentre gli altri si stressano
Studi scientifici affermano che l’umore è assai più contagioso di ogni virus: è difficile preservare il proprio benessere quando ci sono persone, là fuori, che in qualche modo turbano il tuo stato di quiete. Ritagliatevi il vostro spazio per calmarvi e tornate ad essere ‘centri di positività permanente’… per voi e gli altri.
9. Coltiva la buona comunicazione
Il mondo di oggi si rivolge a noi con tecniche di comunicazione negative tentando di turbarci, confonderci o, peggio, ingannarci. Ritroviamo invece il dialogo, riscopriamo la comunicazione perduta basata sull’ascolto
empatico e il ragionamento. Inoltre la relazione con gli altri è lo specchio della relazione con noi stessi.
10. Mantieni la tua mente flessibile
Non esiste una vera “pillola per la felicità”: al contrario, la serenità va perseguita giorno dopo giorno e i suoi acerrimi nemici sono la rigidità e l’ansia. Non a caso, il monaco buddhista Takuan Soho scriveva: «L’effetto dell’apprensione sulla mente è quello di privarla della sua libertà».
Matteo Astolfi
NOTE:
1. Orazio, Le Odi, I , 1
2. Cicerone, De Officiis III, 1
3. O. Benjamin, D. Eutsey, Il vangelo secondo Lebowsky, p. 71
4. Seneca, De Brevitate vitae, libro XII
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