Era stata una di quelle giornate fredde ma che regalano il sole per qualche ora. Un sole che fa fatica a scaldare, ma che ci prova lo stesso perché non incontra nessuna nuvola nel cielo. Una di quelle giornate in cui puoi vedere nitidamente le montagne innevate dalla finestra. Una di quelle giornate in cui appena esci inizia a pizzicarti il naso, le guance ti si colorano subito di rosso e le mani ti si ghiacciano all’istante. Una di quelle giornate in cui ti senti quasi obbligata a fermarti in pasticceria a prenderti una cioccolata calda per scaldarti, magari anche con un po’ di panna. Era stata una perfetta giornata di Dicembre.
Era uscita subito dopo pranzo, Laura. Lei e il suo pancione per le vie della città. Le luci, gli addobbi, gli odori, le musiche. Non sapeva spiegare perché, ma il Natale le aveva sempre messo una gran allegria addosso. Avere le persone amate riunite attorno a un tavolo, i preparativi, la ricerca del regalo perfetto. Il Natale era il suo periodo magico. Laura e il suo pancione si erano lasciati travolgere dal Natale per quasi tutto il pomeriggio. Laura e il suo pancione. Erano sempre in due. Da quando era rimasta incinta non si era sentita mai sola. Neanche dopo aver ricevuto la notizia.
Era stata una splendida giornata. Degna di Dicembre. Degna del Natale. Pensava Laura quella sera, accoccolata sul divano vicino al marito che dormiva, lasciandole una mano sulla pancia. Tra qualche anno, in una giornata così, aiuterà Giulio a scrivere la letterina per Babbo Natale. Lo aiuterà a posarla tra i rami dell’albero. Lo guarderà rimanere incredulo e stupito la mattina dopo nel non trovarla più. E si era ricordata di quando era bambina lei. Dell’emozione nello scrivere la lettera con i suoi desideri e della speranza tutta infantile che si realizzassero. Perché scrivere la letterina a Babbo Natale non è solo fare una lista delle cose che si vogliono; è consegnare i propri sogni, i propri desideri, le proprie speranze a qualcuno e credere che si possano avverare, senza dubbi, senza paure.
È ricordando questo che Laura, quella sera, nonostante i suoi trent’anni, si trova a scrivere la sua letterina.
“Caro Babbo Natale,
questo 25 Dicembre sotto l’albero vorrei trovare:
- Un contenitore in cui mettere tutte le mie paure. Paura per la salute di Giulio. Paura di non essere una mamma adeguata. Paura dell’accoglienza che il mio bambino riceverà dalla società e dal mondo.
- Un vaso in cui trovare tutta la forza di cui necessiterò per aiutarlo a sfruttare appieno tutte le sue potenzialità, a raggiungere i suoi grandi traguardi, a conquistare la sua identità. La forza di non arrendermi mai, ma di provarci e di amarlo nonostante tutto, nonostante il senso di impotenza che forse spesso mi assalirà. La forza di vederlo cadere e rialzarsi, senza proteggerlo troppo.
- Un mondo pronto per il diverso. Un mondo che non si dichiari aperto alle differenze e alla diversità solo a parole e che poi nella quotidianità risulti esserne distante.
- Un futuro in cui mio figlio riuscirà a realizzare le sue aspirazioni, la sua autonomia, la sua vita. Che possa studiare, avere una famiglia, avere un lavoro: avere quello che desidera.
- Un manuale d’istruzioni per essere dei buoni genitori. Per insegnare a Giulio a guardare oltre i commenti e le azioni in cui si imbatterà e per insegnargli a trattare gli altri con rispetto e dignità.
- Un libro in cui trovare le risposte a tutte le domande che mi farà ingenuamente e a cui, a me, mancheranno le parole per rispondere.
Caro Babbo Natale, quest’anno e per i prossimi della mia vita voglio che solo che il bambino che sta per nascere e a cui hanno già diagnosticato la Sindrome di Down, il mio bambino rida, canti, salti, balli. Come una futura mamma qualsiasi voglio solo che il mio bambino sia felice.”
Giordana De Anna
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