Può la filosofia tornare a essere uno stile di vita praticato in modo collettivo? Noi come Chiave di Sophia abbiamo voluto provare a rispondere a questa domanda con una chiamata.
Oikos è il nostro progetto sperimentale di circolo filosofico e i preziosi ingredienti sono innanzitutto le persone che hanno risposto a questo appello: le adesioni hanno superato le aspettative così abbiamo inaugurato il circolo con due gruppi divisi in due sessioni. Questo ci fa pensare che abbiamo realmente preso in carico un bisogno sentito da molti in questo momento storico. Il minimo comun denominatore: il desiderio di trovare nuove persone con cui condividere la voglia di riscoprire la filosofia proprio come momento di ricerca e confronto. Quello che è emerso già dal primo incontro è il bisogno di un tempo dedicato alla riflessione, da contrapporre a uno stile di vita troppo frenetico, che non lascia il tempo di pensare e metabolizzare la vita.
Il secondo elemento prezioso del circolo è la diversità delle persone che lo compongono. I partecipanti si distinguono per studi scolastici diversi, professionalità variegate ed età differenti, segno che la filosofia può essere veramente trasversale. Tutti elementi che incrementano la ricchezza dello scambio. Scambio che nasce di volta in volta dal pretesto di un libro letto, stabilito in anticipo, come nel caso del De Brevitate Vitae di Seneca. Un libro che ci ha riportato indietro di duemila anni, in un tempo in cui la filosofia non era una pratica accademica e particolarmente teorica, al contrario, uno stile di vita da ricreare in momenti di comunità alternati a momenti di ricerca individuale. Abbiamo scoperto che tra di noi c’è ancora chi sente il bisogno di riflettere sulla brevità della vita proprio perché il tempo è tiranno e ci sottrae possibilità di stare con noi stessi; accadeva al tempo di Seneca e oggi ancora di più. La filosofia come pratica di comunità si rivela un potente innesco per anime che cercano altre anime, indipendentemente dalle conoscenze teoriche in materia, proprio perché la filosofia prima di tutto è un’attitudine, un modo di approcciarsi alla vita.
Il desiderio di conoscenza, l’inclinazione alla ricerca e la voglia di condivisione sono gli ulteriori ingredienti fondamentali per diventare filosofi e filosofe. Il bello è che si tratta di una possibilità che aspetta, da qualche parte, tutti noi, basta fermarsi e ascoltarsi. La filosofia antica era soprattutto una pratica orale e forse la filosofia scolastica odierna, incentrata sulla storia del pensiero filosofico, non riesce a restituire questa dimensione. Quando Seneca, così come tutti gli altri, scriveva, lo faceva per fare un esercizio prima di tutto su sé stesso in attesa di condividerlo con gli altri, spesso mediante lo stratagemma di un destinatario menzionato all’inizio del testo. Così emerge che la filosofia era basata sullo scambio, sulla discussione viva tra frequentanti di un circolo, più che su studio di testi e manuali. L’obiettivo di ogni scuola filosofica antica, pur con i propri dogmi, era sempre la ricerca spirituale, il miglioramento di sé, nella consapevolezza che la peculiarità umana dell’essere animali razionali poteva trovare pace solo nell’esercizio di questa facoltà. Se la ragione umana ci distingue da tutti gli altri viventi, non per questo diventa pretesto di isolamento dalla natura e dal cosmo, che rimangono per gli antichi lo scenario imprescindibile in cui collocarsi e trarre ispirazione. L’idea di essere parte di un Tutto rimane uno dei precetti fondamentali della filosofia antica, forse quello di cui abbiamo più bisogno oggi, viste le gravi conseguenze del nostro sentirci distaccati dalla natura, come se essa fosse perlopiù il nostro supermercato dove rifornirci sconsideratamente.
Altro precetto comune alle varie scuole filosofiche antiche, prezioso ancor oggi, è l’idea della moderazione: vizi, vanità, passioni che sfuggono alla ragione, smanie di ricchezza e potere e attaccamento ai beni materiali sono tutte forme di allontanamento dalla spiritualità, sono pericolosi inganni a cui la mente cede quando non sa cosa è bene per gli umani. Ci sarebbe molto da discutere sull’idea di bene oggi, forse su questo tema la filosofia antica aveva meno dubbi di noi. Il crescente individualismo che permea le nostre società attuali non ci consente di comprendere come lo spirito di collettività tipico di molte società del passato fosse lo sfondo originario a cui la saggezza mirava. L’idea che una parte non può dimenticarsi del suo Tutto è forse per noi la più difficile da recuperare, ma il lavoro filosofico e comunitario del nostro circolo Oikos ci fa sperare che ci siano umani desiderosi di mettersi su questo cammino.
[Photo credits La chiave di Sophia]