“Quello che deriva dal respirarsi dentro, dal godere della conoscenza di sé, quello che ci porterà ad amare quella figura riflessa sullo specchio, perché l’abbiamo conosciuta dal di dentro e non è più estranea. Sarebbe bello comunque, questo viaggio, se fosse un inizio”.
“Non può dire di aver mai conosciuto l’urlo che questo nuovo tipo di infelicità sta detonando dentro il suo essere, imbambolato come se guardasse altro davanti ad uno specchio che ritrae l’ombra di un suo simile vestito per iniziare una nuova giornata di lavoro”.
“Ed io a cosa pensavo? Io che sono partita subito, per impegni non inderogabili, che sono tornata subito quella di prima, che cercavo di mascherare la deficienza sotto una affettata efficienza? Io, cosa pensavo?”
Tre fratelli. Un dolore unico, mischiato a poca capacità di condividerlo.
Si sa, ognuno di noi vive il dolore il maniera diversa. C’è chi reagisce apparentemente troppo in fretta, c’è chi sembra non riprendersi mai; e poi, c’è chi lo nasconde dentro come se fosse qualcosa di pregiato da custodire gelosamente. Gli eventi trasportano noi stessi in dimensioni nuove, troppo pesanti e dure da affrontare. Ostacoli insuperabili, momenti che rimangono aggrappati a noi fino a lacerarci.
La morte fa parte della vita; è così facile affermarlo. Ma quando la trovi al tuo fianco? Non davanti. Non è arrivata per te.
Al tuo fianco, come se volesse accompagnarti per giorni e giorni.
Non è al tuo fianco per un motivo qualsiasi, si presenta per il peggiore dei motivi, per la peggiore delle perdite. E tu non sai condividerla. Non sai se ci sia un modo giusto di affrontarla, non sai se verrai tacciato di poca umanità o di troppa superficialità.
Ma quali sono le sensazioni? Che emozioni ci attraversano? Il dolore annienta soltanto nel far rivivere ciò che non esiste più?
Raffaella Milite racconta, in “Tre Farfalle”, la stessa giornata vissuta da tre fratelli che hanno subìto la perdita della madre. Attraverso i loro pensieri, delineando le loro sensazioni, marcando i punti più autentici senza alcuna maschera o imposizione. Leggere questo romanzo è un’esperienza unica, perché si vive il male, il bene, ciò che è rimasto e i ricordi che fluttuano nelle menti di chi soffre.
Empatia, la sensazione di vivere ciò che viene descritto; questo il modo di scrivere che caratterizza questa Autrice. Non è facile raccontare la medesima esperienza attraverso punti di vista diversi. Non è facile proiettare il proprio essere nelle “corde” altrui. Nella testa. Nelle viscere. Nel cuore.
Firma un romanzo introspettivo Raffaella Milite, firma una passione chiamata scrittura. Trapela da ogni parola del suo libro, trapela da ogni pensiero scritto su pagine bianche. E’ il genere di lettura che vorresti non finisse mai, da cui vorresti lasciarti trasportare. Non è tanto l’intreccio a prendere forma, quanto i personaggi disegnati: è un’ abilità che lascia cogliere il dettaglio, che ci avvolge totalmente.
E’ uno di quei libri da leggere più di una volta e da tenere insieme a pochi altri sul comodino: attraverso le letture successive si scopre qualcosa in più, si coglie quel sentimento e lo si percepisce in maniera sempre più forte.
I temi presenti sono tanti: la diversità in una stessa famiglia, le cose dette e quelle taciute, i ricordi del nostro passato e l’amore materno. E’ un susseguirsi di emozioni questo scritto, un susseguirsi di parole che diventano riflessioni. Ogni momento prende forma, ognuno di noi si può riconoscere in qualche modo.
Ed è proprio questo che ci fa amare “Tre farfalle”: sentire la vicinanza alla storia e a ciò che la caratterizza. “Un libro ti muta nell’essenza”, sosteneva Seneca; vale per i libri che riescono a lasciarci qualcosa. Stupore. Emozione. Sensazioni in cui riconoscersi. Aspetti di vita che non conosciamo.
Alla fine del romanzo di Raffaella Milite mi scende una lacrima, l’ultima tra le tante che mi sono scappate durante l’ennesima lettura.
La mia lacrima non sa di vuoto, sa di un sapore nuovo, come se avessi fatto un viaggio in più, nei luoghi diversi raccontati di questa giornata vissuta “tre volte”.
Da leggere, da rileggere, da assaporare e – soprattutto – da vivere.
Cecilia Coletta
[immagini tratte da Google immagini e da “Tre farfalle”]
[è possibile acquistare il libro presso la Libreria Canova di Treviso]