Anche quest’anno il comune delle città di Modena, Carpi e Sassuolo ha dedicato tre giornate, dal 16 al 18 settembre, alla filosofia, invitando sul palco i grandi pensatori, nazionali e internazionali, della nostra contemporaneità.
L’agonismo è stato il tema centrale non solo delle lectio magistralis tenute in occasione di questa sedicesima edizione del Festival, ma anche di laboratori e concerti in piazza, attività e giochi per i bambini, nonché spettacoli di danza e teatro che hanno animato le piazze di queste tre cittadine dell’emiliano.
Le vetrine dei negozi, come ogni anno, presentavano cartellini rossi e bianchi – i colori del Festivalfilosofia – con gli aforismi dei più noti pensatori che si sono espressi in termini di agonismo e conflitto, ma anche di pace e riconciliazione.
Sì, perché per agonismo non si intende unicamente quella forma prettamente negativa di antagonismo distruttivo tra due o più individui in conflitto, ma soprattutto quell’energia positiva che può avere origine dal confronto della competizione.
Il filosofo Andrea Riccardi ci ha parlato di un antagonismo che muove guerre mondializzate spingendo l’individuo a lottare per la pace. Remo Bodei, direttore del Comitato Scientifico del festival, si è concentrato piuttosto nella lotta più feroce di tutte: quella contro se stessi, ovvero contro le infinite possibilità e scelte che l’esistenza ci offre e che talvolta ci spingono a rincorrere un ideale di perfezione che, come ha sostenuto la filosofa Michela Marzano durante la sua lectio sul “Management dell’esistenza”, non fa altro che imprigionarci in una “gabbia dorata”.
Quella in cui viviamo è senza dubbio una società della competizione, una società in cui il sano agonismo rischia sempre più frequentemente di trasformarsi nell’esaltazione dell’egoismo individualistico. Se da un lato come sostiene bene il filosofo francese Georges Vigarello, lo sport è diventato una sorta di mito che permette di “credere e far credere” («croire et faire croire») nelle immagini di un nuovo tempo presente cui è possibile conformarsi, attraverso la proiezione di un ideale sociale spesso rincorso con sacrifici e sforzi e che spezza la società in falliti e vincitori, dall’altro lato Massimo Recalcati esprime il suo “elogio” del fallimento tentando di spiegare come le cadute e le fasi di “fallimento sociale” siano necessarie per ritrovare la giusta direzione da seguire, permettendo dunque a ciascuno di riempire di senso la propria vita.
Questi sono solo alcuni degli incontri che hanno dato respiro alle piazze di Modena, Carpi e Sassuolo, facendo ritrovare persone provenienti da tutte le regioni d’Italia, unite da una stessa passione. Un’occasione questa per condividere e ascoltare, riflettere e confrontarsi, ritrovando nel proprio piccolo il senso profondo del fare filosofia attraverso lo stare insieme.
Un’occasione, quella del festival, per far capire come questo amore-per-il-sapere può toccare un pubblico più amplio, e come ognuno può dare il suo piccolo contributo. Un’occasione per ascoltare ed ascoltarsi. Per respirare la magia delle parole e per ritrovare quelle che abbiamo perduto.
Un’occasione, quindi, che permette di arricchirsi di nuovi spunti e di incontrare quei grandi maestri conosciuti attraverso i libri dell’università, oppure di ascoltare dal vivo quelli che ci hanno accompagnato nel nostro percorso di studi. Quelli che abbiamo amato e perché no, anche poco apprezzato. Riconquistandoci poco a poco con le parole, e donandoci un pezzetto della loro storia attraverso un pensiero diventato vicino, incarnato, non più distante e astratto.
Ognuno lasciando una traccia di sé e del proprio vissuto. Frammenti di esistenze ricuciti insieme dal filo rosso del pensiero. Un pensiero che talvolta si ingarbuglia, facendosi complesso e intricato, e che balbetta per poi sciogliersi davanti ad un pubblico capace di accoglierlo e “abbracciarlo”.
Perché in fondo che cosa significa fare filosofia se non assaporarne le infinite sfaccettature e declinazioni, facendola diventare una pratica quotidiana?
Ogni anno il Festivalfilosofia cerca di trasmetterci, attraverso delle pillole tematiche, il valore contemporaneo di una pratica che può entrare nelle case di tutti, invitando ciascuno all’uso del ragionamento critico.
Malgrado il maltempo di venerdì scorso, le lezioni sembrano aver registrato un numero di presenze da record, e un tale successo non fa che ben sperare per la prossima edizione.
Non ci resta quindi che attendere il prossimo settembre, anno dedicato alle “arti”, la nuova parola tematica del festival.
Sara Roggi