Questo non è un libro per barbie-girl. Intendiamoci, non è neanche un libro rivolto al cosiddetto “sesso forte”, perché la moda – nonostante un numero sempre maggiore di uomini ne sia attratto e sedotto – è, e resterà, un “affaire des femmes”.
Così inizia “Glamoursofia”, il saggio scritto da Debora Dolci e Francesca Gallerani, due donne che, grazie a questo libro, riescono a sfatare uno dei più grandi miti: la moda non rappresenta superficialità e poca necessità; la moda è storia, arte, fa parte del nostro essere e del nostro vivere.
In una concezione assai comune, la donna che si occupa attentamente del proprio corpo, trascura il proprio spirito, e quindi, la sua cosiddetta “interiorità”.
Eppure, proprio Nietzsche, affermava che “credere nel corpo è più fondamentale che credere nell’anima”.
Perché la donna intellettuale, che ha qualcosa da dire e qualcosa in cui credere, dovrebbe rimanere incurante degli abiti che indossa, ostentando una trascuratezza che non è propria della natura femminile?
Al giorno d’oggi, care Donne, abbiamo la fortuna di essere non soltanto piene di interessi e capaci di trasmettere la nostra personalità; abbiamo anche tutti gli strumenti per essere belle.
In un viaggio attraverso la moda negli anni e l’impatto di essa all’interno della società, le Autrici compiono un passo ancora più ambizioso, unendo il mondo della moda a quello della filosofia.
“Glamoursofia”, letteralmente “amore per il glamour”, infatti, è una viva passione caratterizzata da elementi comuni che mirano alla soddisfazione del desiderio:
Noi compriamo vestiti e accessori – di cui non abbiamo neanche realmente bisogno – perché è divertente, perché è un gioco che ci procura piacere. E questo piacere della donna glamour post-moderna non consiste solo nel possedere, ma anche nel comunicare. Gli oggetti acquistati servono a dire qualcosa, nonché a costruire pezzi della nostra identità femminile.
E allora proprio da qui inizia un’attenta esplorazione nel passato e nel presente; si parla non tanto di ciò che è “di moda”, quanto piuttosto di ciò che non passa mai di moda.
Le scarpe, presenti nell’immaginario femminile fin dalla prima volta in cui abbiamo letto la favola di Cenerentola; ma conoscete quelle dipinte da Van Gogh o quelle diventate veri e propri simboli creati da Andy Warhol? Per non parlare del ruolo che assumono nei vari film, in cui diventano veri e propri oggetti di culto. In “Bastardi senza gloria”, la perdita di una scarpa a Diane Kruger costerà addirittura la vita: “in questo caso, la perdita di una scarpa coincide con la perdita del potere femminile”.
Parafrasando Sex & The City: le donne al potere e le loro scarpe sono come i broker di Wall Street e i loro sigari: inseparabili.
Il Jeans: in che modo un capo che rappresentava soltanto degli umili pantaloni destinati ai minatori della California diventa un indumento mitico?
Il mito, infatti, non può sorgere dalla natura delle cose. Per svilupparsi ha bisogno del supporto dei mezzi di comunicazione, dalla pubblicità al cinema, dalla fotografia alla musica, in quanto essenzialmente “il mito è un sistema di comunicazione, un messaggio”.
Da Marlon Brando a Bruce Springsteen, dalla campagna di Calvin Klein del 1980 agli intramontabili Levi’s. Il jeans è semplicemente un “must have”. Ed ecco che, semplicemente, un bene di consumo apparentemente superficiale, diventa invece una manifestazione d’arte in campagne pubblicitarie e fotografiche. Indossarlo diventa arte, diventa un modo per comunicare la propria sensualità e un pizzico di trasgressione.
Soltanto due esempi dei temi affrontati in Glamoursofia, che spiega comportamenti ed emozioni delle donne che amano la moda, di quelle che ci si avvicinano e di quelle per cui “è vita di ogni giorno”.
Perché indossare un tubino nero non passerà mai di moda, perché un capo vintage non è sempre antico ma estremamente innovativo.
Grazie a riferimenti artistici e letterari da definire illuminanti e mai scontati, Debora Dolci e Francesca Gallerani ci regalano uno di quei libri da portare sempre nella borsetta (purché non sia troppo grande, N.B.).
Per chi di moda non sa ancora nulla, per chi pensa che sia soltanto superficialità e per chi pensa che sia tanto distante dal nostro modo di essere. Glamoursofia é un manifesto per la donna che vuole essere bella e al tempo stesso interessante, comunicando la propria personalità anche attraverso ciò che indossa.
Perché la moda non risponde solo a un’esigenza di imitazione (e di uniformazione), ma anche di differenziazione e individuazione.
Cecilia Coletta
[Immagini tratte da Google Immagini]