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I LOVE SHOPPING…un po’ troppo!

 Se guardate tutto ciò che viene messo in vendita, scoprirete di quante cose potete fare a meno. Socrate

Noi donne lo sappiamo molto bene: fare shopping è un’attività che ha il super potere di regalarci un enorme senso di piacere. A chi di noi non è mai capitato di essere giù di tono e di concedersi un “regalino” per risollevarsi il morale? Una delusione, una giornata pesante, una frustrazione. Ma anche il voler festeggiare un avvenimento, una bella notizia.

Ammettiamolo: ogni scusa è buona per fare un po’ di shopping.

Lo cerchiamo di spiegare in tutti i modi ad amici, fidanzati e mariti: acquistare è piacevole, divertente e, a volte, perfino eccitante! Ma loro proprio non ne vogliono sapere di accompagnarci e non condividono la nostra gioia quando troviamo l’ultimo paio di quelle Louboutin che tanto desideravamo o quando troviamo quel maglione che “assolutamente” dovevamo avere. Ma la scienza ci viene incontro. Pensate che un’esperienza di shopping positivo produce gli stessi livelli di dopamina (una sostanza che stimola la liberazione di testosterone, l’ormone del desiderio sessuale) che produciamo quando ci innamoriamo. Quindi, non è poi così tanto strano che ci dedichiamo a questa attività con frequenza ed impegno.

 Ma certe volte, ad alcune di noi, le cose sfuggono un po’ di mano e lo shopping diventa un problema. Sto parlando di quelle ragazze e donne che sono in grado di fare cose impensabili, di perdere la testa, di fare seri danni al loro conto corrente. Sto parlando di coloro che non riescono a resistere al bisogno irrefrenabile di comprare, possedere, avere. Sto parlando dello shopping che diventa un’ossessione, che ci costringe a rimanere sopraffatte dal pensiero fisso di controllare ogni oggetto che potrebbe essere acquistato, una vera e propria dipendenza. E come ogni dipendenza ha le sue caratteristiche ben precise.

 Identikit di una shopper compulsiva:

  • è presente in lei, ogni giorno, l’impulso a comprare; impulso che viene vissuto come irresistibile;
  • fa acquisti più volte a settimana di oggetti inutili o di cui non ha bisogno;
  • va incontro a spese al di sopra delle sue possibilità economiche senza preoccuparsi, al momento dell’acquisto, delle conseguenze;
  • quando non può comprare entra in stato di stress: prova vere e proprie “crisi di astinenza” e sentimenti di frustrazione;
  • ha la necessità di nascondere gli acquisti, così come fanno i tossicomani con la droga;
  • al momento dell’acquisto entra in una fase di euforia, seguita poi da depressione, senso di colpa e vergogna;
  • sviluppa col tempo una sorta di anestesia e ciò che le riempie la vita è solo l’attesa del prossimo acquisto.

Ma cosa succede, quali sono i motivi che spingono una ragazza, generalmente seria e/o dolce e/o intelligente, a trasformarsi in una specie di Mr. Hyde appena varcata la soglia di un negozio?

Quello che succede è che si cade preda di un disagio psicologico che prende il nome di shopping compulsivo. Ciò che importa non è cosa si acquista, ma che quello che si è acquistato riesca a riempire il vuoto in cui si vive, un vuoto dato dalla tristezza, dalla solitudine, dalla bassa autostima, dal bisogno di anestetizzare sensazioni e vissuti dolorosi con cose materiali. Lo shopping compulsivo diventa una sorta di rito attraverso cui sentirsi unici e speciali, in un’epoca in cui tutto è calcolabile e sostituibile.

La shopper compulsiva si riempie le mani di borse, ma sono borse piene di solitudine.

Giordana De Anna

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[Immagini tratte da Google Immagini]

 

 

 

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