Nel corso della storia ogni morale umana impattò violentemente sulla realtà. Ogni impatto ha dato vita a incendi sempre più grandi: dapprima individuali, poi familiari, cittadini, nazionali, continentali infine globali. Ogni morale umana, divenuta incendio, ha arrecato tantissimo male; impattando sulla realtà sociale, scosse l’uomo sino nell’intimo della sua soggettività. Ogni soggettività contemporanea contempla e vive tutti gli incendi della storia traendone incentivi e volontà di superarsi; ogni grande nuova morale è il frutto della somma di tutti i particolari immorali del moralismo passato.
Tutto il male ed il dolore che deriva dalla frenesia incendiaria di una morale si trasmuta in bene ed ogni bene in morale: ogni morale è profondamente immorale; un eterno ritorno. Nietzsche citava e agognava ponti per il superuomo; ebbene questi ponti li erigono e li esigono solo gli immoralisti della morale di riferimento. Tutto ciò che in un determinato tempo è morale può essere superato grazie al costante operato degli immoralisti di quello stesso tempo.
Tutto ciò che è Ideale è anche Tempo; super partes e di grande magnanimità: Tempo e ideali abbracciano l’uomo nella sua interezza, amandolo e coccolandolo. L’uomo della conoscenza, perché non insegna questo? Questi due prodotti dell’uomo sanno bene che ogni ponte nuovo è immorale e che ogni grande lago, fiume e mare da superare, è morale. Stolto chi ancora crede che vi sia immoralità nella passionalità, parimenti colui che pensa che ogni ponte sia eretto sui valori della pura ragione.
Miei amici filosofi, so bene di essere una grande eresia per la vostra grande conoscenza; ma fate un ultimo sforzo e date risposta a questa domanda: quale filosofia e quale conoscenza non si dovette porre a metà tra l’immoralità del suo tempo e contesto ed una nuova, sconosciuta, futura morale?
Quanti uomini della conoscenza morirono senza aver scelto e quanti morirono scegliendo l’uno ma desiderando l’altro; quanti altri morirono attraversando l’uno per giungere all’altro? Tanti, troppi! Oggi abbiamo bisogno di una filosofia forte, che tempri nuovamente l’uomo e che lo proietti finalmente verso l’eternità, ossia verso l’Universo che ci sovrasta. Questo Tempo e questo contesto abbisognano di una Filosofia-Guida che ci porti sino ai confini dello spazio; sino a scomodare Dio in persona.
A buon rendere.
Salvatore Musumarra