Adesso sto sotto un padrone, 9-10 ore al giorno a cucire palloni, a fare lo stesso lavoro mi rovino le dita e non imparo a fare altro.
Ci sorveglia un adulto. Si accerta che lavoriamo in continuazione. Quando si arrabbia, ci picchia con la bacchetta; è da un anno che lavoro qui con le altre bambine. Alcune avevano solo cinque anni quando hanno iniziato, mangiamo e dormiamo nel laboratorio, c’è poco spazio e l’aria è piena di polvere di lana.
Latif pakistano, ha 11 anni, cuce palloni da quando ne aveva 7; Kira, 7 anni, è tessitrice di tappeti in Nepal.
Queste sono solo due delle migliaia di testimonianze di bambini nel mondo costretti a lavorare sotto sfruttamento. Non solo lavoro nelle miniere, piantagioni, fabbriche di grandi multinazionali, ma anche bambini soldato, bambini costretti alla prostituzione, bambini che scompaiono i cui organi vengono venduti al mercato nero.
Quando parliamo di sfruttamento minorile, ne parliamo al passato, come se attualmente non fosse presente, ma in realtà si tratta di un fenomeno sempre più diffuso in tutti i paesi in cui l’economia si sta lentamente scontrando con elementi trainanti quali la rivoluzione industriale o il consumismo occidentale.
In tutto il mondo 250 milioni di bambini al di sotto dei 14 anni sono costretti a lavorare; fra questi, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, sono 120 milioni i bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano a tempo pieno, cioè circa il 50%.
I diritti dei bambini sono violati in ogni parte del mondo, in particolare nei Paesi Sottosviluppati quali Asia e Africa.
Solamente dal 1989, quando l’assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) approvò la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, ai bambini e adolescenti vennero riconosciuti dei diritti.
Parlare di sfruttamento minorile, significa discutere anche di Diritti, Uguaglianza, Giustizia, e Libertà, tematiche che in prima battuta possono sembrare estremamente ovvie, vaghe e forse anche scontate. Chi non è d’accordo che uno dei valori supremi della nostra civiltà sia quello della libertà? O dell’Uguaglianza? Chi non è d’accordo che ogni uomo è uguale rispetto all’altro?
Esistono ‘diritti umani’ o ‘diritti dell’uomo’ […] significa sostenere che vi sono diritti fondamentali che l’uomo possiede per il fatto di essere uomo, in virtù della propria natura, diritti che gli sono propri e che, lungi dal fondarsi su una concessione dell’autorità politica, devono da questa essere consacrati e garantiti
A. Truyol y Serra
Eppure esistono individui che si sentono in ‘diritto’ di abusare, sfruttare, violentare e schiavizzare altre persone, mossi dai loro interessi, dalla ricchezza, dalla brama di profitto e competizione; il più delle volte questa corsa incessante all’arricchimento colpisce una tra le categorie sociali più deboli, i bambini.
Negare alle persone i loro diritti umani è sfidare la loro stessa umanità.
Nelson Mandela
Se per umanità intendiamo la stessa natura umana e il genere umano insieme, probabilmente oggi non si può parlare più di ‘umanità’ ma di ‘disumanità’.
Troppo spesso ci dimentichiamo dei bambini, ce ne ricordiamo solamente quando ascoltiamo una notizia al telegiornale, leggiamo un articolo sul giornale o quando ci imbattiamo in fotografie di un reportage di un qualche paesino povero e sconosciuto in India, e poi? Cosa facciamo? Spegniamo il televisore, riponiamo il giornale, chiudiamo il sito internet nel qualche abbiamo trovato quegli scatti troppi crudi e torniamo alle nostre vite normali.
Quale ‘umanità’ permetterebbe un’indifferenza così diffusa di fronte a tale crudeltà?
Se
nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli
Nelson Mandela
dov’è finito l’amore per questa grande famiglia che chiamiamo ‘mondo’?
Elena Casagrande
[Immagini tratte da Google immagini]