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Io, quaestio io – La libertà dell’Io

Io, quaestio io, che non sono ciò che appaio e che non faccio mio ciò che gli altri dicono che io sia.

Io, uomo, carnefice delle mie apparenze e delle mie Arie; quaestio Io che lotta perennemente contro le sue molteplici e discordanti voglie e che non può far a meno di dichiararsi guerra se non quando dal mondo arrivi un’aria – quella pesante e omologante – dalla quale non si riesce a percepire, compiutamente, la quantità di potenza e sapienza che rendono conto – e giovino – appieno dell’irrimediabile posa e portata soggettiva che si ripone nei termini di ‘Essere’ e ‘Essenza’.

Io, in quanto uomo, non sono che un Io, originalissimo, sempre imbellettato di questo come di quell’argomento: Io come concetto irrisolvibile, sempre in pena, sempre alla ricerca di un nuovo superamento o di un nuovo annullamento. Eccomi, come una sorta di ‘Impossibile a divenire’, o tuttalpiù come un Faust che gioca a dadi col Tempo e le sue tentazioni; l’ignoto, il dubbio, l’inquieto vivere di un’anima che non trova un mare, un ideale massificante, nel quale annegare. Io, quaestio io, un cumulo di segni, gesti ed espressioni su tela in tecnica mista che non vuole risolversi in un unicum artistico: un Io senza dubbio illuminato da una luce inspiegabile, una sorta di follia beneaugurante.

Di nuovo, eccomi, spoglio dalle censure del mondo e dai cosiddetti, psicologicamente, Altri: libero, presuntuosamente presente, su un palcoscenico intellettualmente sempre sconosciuto: eccomi, libero, danzare come un potente dio sulle note di mille vite, attraverso colori, forme, dizioni, metafore e congiunzioni. Un dio mi attraversa, mi rende potente ed al tempo stesso solitario: colmo di lacrime, di pena e ancora di follia, di presunzione, di forza e di coraggio.

Io, quaestio io, che morde il tempo; che ritaglia spazi e costruisce congetture per darsi la massima libertà in un mondo e in una società che, ahimè, inscatola la Libertà in un concetto fin troppo semplice. Cos’è la Libertà? Alcuni dicono che la libertà di un individuo abbia come limiti la libertà del suo interlocutore, eppure la Libertà è un concetto fin troppo aleatorio, cangiante e soggettivamente opinabile: quindi, cos’è la Libertà se non l’arrogarsi il diritto, con la conseguente potenza, di dir la propria in barba al giudizio degli altri e del mondo intero?! È o non è, la Libertà, questa mia perenne ricerca di un ‘Me stesso’ tra i meandri di un Io costruito attraverso giudizi, opinioni, sindacalizzazioni, pregiudizi di Altri e del Mondo?!

Io, quaestio io, in perenne viaggio tra le beghe di una moltitudine di Essenze, di Esseri, di Nulla, di Mondo, alla ricerca di Me stesso, della mia potenza, di una mia probabile influenza e di una sorta di Fine di Me stesso.

Attraverso gli altri e il mondo, in perenne viaggio tra mille vite e mille valori e ideali, alla continua ricerca di un Vero Essere, oltre le apparenze e le appartenenze, ivi alla ricerca della mia Morte: sì! Alla ricerca della mia morte, della morte dell’essere costruito dagli Altri e dal mondo. In viaggio alla strenua ricerca della morte del prodotto di questa libertà qual sono diventato: di tutta quella mia ‘Arte al condizionale’. Praticamente, sono alla ricerca di una dissoluzione in terza persona.

Salvatore Musumarra

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