Tra le cose più belle ed interessanti che ci capitano ci sono quelle che si trovano per caso. Io ho scoperto il mestiere del fragrance designer e nello specifico la bella realtà creata da Claudia Scattolini a Cassola (VI) mentre facevo alcune ricerche per la mia tesi di laurea, che si lega al mondo del profumo. Ho scoperto così questo mondo curioso e affascinante di “sartoria profumata” in cui il profumo non viene trattato come un accessorio di serie B. Anzi, tutt’altro: è un “particolare immenso e ineffabile”, per riprendere una bella definizione di Gaston Bachelard.
È stato molto bello per me conoscere Claudia e la sua storia. Speziale per tradizione familiare – generazioni di farmacisti sul lago di Garda –, ha scelto di profumare vite e mondi frequentando, prima italiana, l’EFCM presso l’ISIPCA, la prestigiosa scuola parigina fondata da Jean-Jacques Guerlain. Oggi vive tutti i giorni in contatto diretto e denso con le più avanzate tendenze dell’architettura, del design, del fashion system e ha potuto creare fragranze su misura per privati, loghi olfattivi per aziende come Geox ma anche città come Jesolo (VE), arredamento e scenografie olfattive per brand, designer, hotel, eventi, spazi. Ogni persona e ogni spazio sono descritti da un profumo: il lavoro di Claudia è quello di creare quel profumo che rispecchi l’essenza, una sorta di “distillato di anima”. In questo modo ad essere riscoperto (o piuttosto finalmente esaltato) è il valore del profumo come mezzo di comunicazione e l’importanza dell’olfatto (per molti secoli maltrattato dai filosofi) come mezzo di conoscenza della realtà e delle cose.
Colgo anche l’occasione per ringraziare ancora una volta Claudia per essersi lasciata un po’ conquistare da noi come noi siamo rimasti conquistati da lei e dal suo lavoro. Potete leggere l’articolo che Claudia ha scritto per noi sul valore del profumo nella nostra rivista #4: lasciatevi conquistare!
Secoli ed anni di filosofia occidentale (da Platone a Cartesio, da Kant a Simmel e Freud) hanno relegato l’olfatto al ruolo di senso meno nobile e più animalesco. Quali argomentazioni utilizzerebbe per difenderlo da tali accuse? Sotto quali aspetti dovrebbe essere (e in effetti è stato) rivalutato?
Considerato per secoli il senso più legato alle voglie terrene e ai bisogni più bassi, l’olfatto è oggi grandemente rivalutato. La sensazione che percepiamo con il naso, anche inconsciamente, quando entriamo in un luogo, incontriamo una persona o utilizziamo un oggetto, ci fa tagliare il primo giudizio, che lo vogliamo o no.
Avendo scoperta quanto importante può essere il profumo in ogni occasione, il mondo moderno e soprattutto l’industria di oggi lo stanno portando alla ribalta e prendendo in altissima considerazione, come leva di marketing e motivo di acquisto.
Risulta un gioco facile innalzare il senso dell’olfatto in questo momento di esplosione di tutto ciò che è esperienziale: il mondo di oggi è talmente sfuggevole e ci propone così tante insicurezze da rendere maggiormente sicure e desiderabili le esperienze, la conoscenza, tutto ciò che possiamo imparare e vivere con i sensi, momenti che nessuno potrà mai toglierci, nemmeno nella crisi più profonda.
Tutti noi abbiamo degli odori che amiamo e tutti sappiamo trarre del piacere da un buon profumo; tuttavia li consideriamo più spesso come semplici sottofondi e parentesi delle nostre vite. Quale aspetto del profumo l’ha convinta a dedicare alle fragranze la sua carriera?
La nostra vita è avvolta saldamente dai profumi del mondo circostante, degli attimi di vita, delle persone che riempiono o solamente sfiorano la nostra esistenza: se penso intensamente a qualcuno che conosco e che mi è lontano, chiudo gli occhi e sento il suo profumo, le note olfattive che lo caratterizzano, e mi sembra di averlo vicino.
Questa mia attenzione verso gli odori del mondo, dopo la laurea in farmacia, mi hanno portato ad approfondire al massimo fino a sprofondare nella culla della profumeria mondiale: la scuola di Guerlain a Parigi.
Considerando la peculiarità del lavoro che svolge, la curiosità è tanta. Ci può descrivere brevemente il processo creativo che conduce alla realizzazione di una fragranza su misura?
Creare la propria eau de parfum personale significa creare quell’aura che voi desiderate che il mondo senta o, meglio, rappresenta come voi volete farvi annusare/sentire dal mondo esterno: potrebbe rivelare come siete oppure raccontare come vorreste essere, rimane comunque ciò che desiderate far sentire di voi.
Io mi pongo come traduttrice del vostro animo in un profumo, vi prendo per mano e sarete voi stessi a creare.
È un’esperienza unica, per questo è un regalo dedicato a sé o a chi davvero amiamo molto.
Attraverso un percorso introspettivo, capiremo insieme quali materie prime scegliere, dando un senso ad ognuna, scopriremo quale tipo di profumo rappresenta la vostra anima e costruiremo la sua piramide olfattiva.
Alla fine avrete in mano la tua vostra eau de parfum e la formula sarà custodita per sempre esclusivamente per te.
Quando vorrete potrete farvelo fare di nuovo uguale o con qualche variazione, per esempio secondo la stagione o l’umore del momento.
Qual è per lei (se esiste) la domanda chiave che pone ai suoi clienti e che risulta determinante nel delineare la figura da tradurre in profumo?
La domanda chiave è “come vuoi che il mondo ti percepisca in una sola parola?”: qui si apre davvero un universo e la persona si deve guardare dentro e poi fuori e prendersi il tempo di capire. Non è facile e spesso non ci abbiamo mai pensato, non ci siamo fermati a riflettere su come vorremmo che il mondo ci “sentisse”.
Quando scegliamo un abito, un accessorio o un profumo esercitiamo una scelta su un’ampia gamma di proposte con lo scopo di esprimere anche attraverso tali oggetti la nostra identità. Lei che valore dà all’identità della persona in un mondo influenzato da ogni lato da scelte indotte dalla globalizzazione e dalle leggi di mercato?
Oggi vedo persone che per sentirsi “diverse” scelgono look che alla fine si incanalano in filoni che li rendono tutti uguali, banalizzano la cosa. purtroppo è una verità che siamo bombardati da stimoli di ogni genere, una specie di violenza sulle nostre scelte di vita, chi ne è più influenzato e chi meno. l’identità di una persona chiaramente non è il suo aspetto e nel percorso di creazione della propria fragranza ho l’onore di vedere le persone “nude”, nel loro profondo.
È una esperienza molto profonda anche per me, alla fine si trasmette talmente tanta energia tra me e il soggetto che sono stanchissima.
Un abito viene definito “bello” mentre un profumo “buono”, dunque sembrerebbe che la bellezza abbia a che fare con la vista più che con le altre sfere sensoriali. Lei si trova d’accordo con questo? Qual è la sua concezione di bellezza?
Ultimamente i critici di profumi hanno iniziato a definirli “belli” anziché “buoni”: forse i sensi si stanno sovrapponendo? la multisensorialità sta prendendo il sopravvento?
Personalmente credo che un profumo sia un’opera d’arte, in quanto creato da un artista con funzione estetica e come tale possa essere considerata, nella sua armonia di note olfattive, “bella” oltre che “buona”.
Bellezza in senso assoluto è per me tutto ciò che, stimolando i miei sensi, mi dà piacere: può essere un concetto, un oggetto, una persona, un animale, un suono, non importa di quale materia sia costituita, la bellezza dà piacere e se non lo dà non è bellezza.
Quindi è molto soggettiva.
Gli ambienti all’interno dei quali viviamo, lavoriamo, studiamo, dormiamo e così via hanno influenze profonde sulla nostra psiche e sulla nostra salute, ma anche sul nostro umore. Tali ambienti si costruiscono di spazi ed oggetti, luci e temperature, colori ma anche profumi. In che modo dunque il profumo influisce sull’esperienza che abbiamo di un determinato ambiente? Come si sposa all’arredamento e alla moda?
Mi piace definire il profumo come “la IV° dimensione” dell’architettura.
Il mio ufficio e la mia casa sono stati concepiti per il benessere della persona: colori, luci, spazi e profumi sono accostati sapientemente per far trascorrere ore in armonia. e il tempo passa veloce senza accorgersi, nell’equilibrio.
Ogni ambiente ha bisogno del suo profumo, come ogni persona.
E che dire della moda? il gesto incantato, l’ultimo tocco fatato, dopo essersi lavati e ben vestiti, è lo spruzzo del giusto profumo: ogni occasione può avere il giusto abito e il giusto profumo.
Noi de La chiave di Sophia promuoviamo una visione della filosofia che ne riscopre l’origine, ovvero quella di un semplice interrogarsi sulla vita e sul mondo che ci circonda. Qual è la sua concezione di questa disciplina?
Ho sempre amato la filosofia da quando ero al liceo: la vedo come qualcosa che aiuta ad aprire le menti e metterci ordine, ad aiutarci a dare un significato alla vita e all’esistenza intera.
Alla fine tutti ci chiediamo da dove veniamo e dove andremo, tutti filosofeggiamo anche senza volerlo: la vita e il mondo che ci circonda hanno un significato troppo profondo ed enorme per non considerarli e dargli il giusto spazio che si meritano. e questa la trovo già filosofia.
Se tutti si rendessero conto di questo e si fermassero un attimo a rifletter sulla realtà, penso che il mondo sarebbe migliore. E in questo la filosofia aiuta.
Vorrei concludere con una piccola curiosità: considerando che lei ha ed è un naso fine e ben allenato, quali sono secondo lei la nota profumata e il profumo migliore che esistano?
La rosa. Anche se è soggettivo perché è come chiedere ad un cuoco quale è il cibo migliore, mi sento di primo acchito di rispondere : la rosa.
L’olio essenziale di rosa, preziosissimo nettare che distilliamo da tonnellate di piccoli petali raccolti a mano, ci regala un profumo rasserenante, riequilibrante, afrodisiaco, intensissimo, dalle mille sfaccettature: fiorito di donna, verde più maschile, mieloso, fresco, speziato…
Quando annuso la rosa, chiudo gli occhi, e sono felice.
Giorgia Favero