Il tempo presente sembra aver smarrito il vero significato dell’amore, in particolare per quanto riguarda tale dimensione affettiva all’interno della coppia. La crisi di questo sentimento si palesa a coloro che osservano i fenomeni sociali e si occupano di esseri umani in particolare in ambito educativo e nelle professioni d’aiuto. L’amore sembra essersi svuotato di senso in un orizzonte dominato dalla fluidità dei rapporti, dal disimpegno e dalla superficialità che conducono ad instaurare relazioni a partire da una scarsa consapevolezza di sé, della propria storia personale e della propria unicità. A questo si aggiunge la mancata cognizione che le relazioni affettive hanno bisogno di educazione e pazienza per costruirsi, di nutrimento e cura per solidificarsi nel corso del tempo. La relazione di coppia è un’entità in divenire che deve affrontare numerosi compiti evolutivi nel ciclo di vita e che necessita di un costante cammino di conoscenza reciproca, di crescita dei singoli e del Noi che la coppia va a formare.
Nel conteso contemporaneo, diversamente, sembra essersi smarrita l’importanza imprescindibile di un simile cammino. Questa assenza conduce spesso a criticità che sfociano in atteggiamenti e rivendicazioni talvolta di natura adolescenziale. È possibile far fronte a queste difficoltà di molte coppie anzitutto riconoscendo la complessità del contesto storico, sociale e la precarietà economica del presente ma anche richiamando l’importanza decisiva di un lavoro di conoscenza di sé, crescita personale e coniugale che richiedono l’impegno e la responsabilità di far fiorire la propria umanità. Questo si realizza quando il fondamentale mantenimento e riconoscimento dell’unicità dei singoli si mette a servizio di un progetto comune che dà senso all’esistenza individuale e della coppia.
È pertanto necessario recuperare il significato autentico dell’amore. A questo proposito, Viktor Frankl, psichiatra e filosofo viennese, evidenzia tre diversi livelli di amore e di attrazione fra i partner che finiscono per corrispondere a tre diverse modalità di costruzione del rapporto di coppia1. Il primo livello individuato da Frankl è “l’amore fisico” legato alla bellezza esteriore dell’altro che ci colpisce e ci attrae. Questa passione è transitoria e la relazione che si sia fermata solamente a questo livello (che, peraltro, difficilmente conduce a sperimentare una profonda intimità) è destinata a scemare. L’attuale società dei consumi e dei social network fa leva su questa dimensione richiamando l’attenzione esclusivamente sull’attrazione fisica e su una sessualità destituita di ogni elemento di mistero, in nome di un desiderio di godimento destinato a ricercare sempre nuovi incontri.
Un secondo livello d’amore individuato da Frankl è quello erotico. In questo caso a colpirci non è solo la presenza fisica dell’altro ma alcune sue caratteristiche psicologiche di personalità quali per esempio generosità, sensibilità, capacità d’ascolto, intraprendenza. Se anche questo livello, come il primo, è un ingrediente fondamentale, certamente non è sufficiente a sostenere un progetto di coppia. Invero, ci si potrebbe sempre imbattere in una persona più bella (livello fisico) o più empatica, intelligente, intraprendente (livello erotico). Affinché una coppia possa entrare in una relazione profonda che, pur nutrendosi dell’attrazione fisica e psichica non si attesti solamente ad esse, è necessario approdare ad un terzo grado che Frankl definisce “amore spirituale”.
Tale configurazione dell’amore rimanda alla capacità più profonda d’amare che solo l’essere umano può realizzare come il più alto dei valori. In questo caso l’Io incontra il Tu nella sua unicità e insostituibilità, nel suo “essere così”. A questo livello può iniziare un progetto di coppia condiviso, basato sulla maturazione interiore, sull’ascolto interpersonale, la conoscenza reciproca verso una germogliante intimità. Di un amore vissuto in questo intenso contatto spirituale beneficeranno, conseguentemente, anche la dimensione fisica e quella erotica. In questo modo di vivere e intendere l’amore l’Io si dona al Tu in maniera libera e responsabile riconoscendo a propria volta l’altro come essere unico, libero e responsabile. L’amore così inteso non conosce il desiderio di potere, non genera dipendenza e non inciampa nella manipolazione affettiva.
Nel nostro tempo che veicola il messaggio di un surrogato dell’amore e che si ferma alla dimensione fisica o psichica, nel solco della superficialità e del dongiovannismo, la visione frankliana può costituire un antidoto, non moraleggiante, certo, ma capace di offrire alle relazioni significato, stabilità e progettualità con benefiche conseguenze anche rispetto all’esigenza di coesione e coerenza educativa per la crescita di eventuali figli.
La prospettiva frankliana non è un dato definitivo ma s’inserisce nell’idea della relazione come via di piena umanizzazione: l’amore spirituale ama la libertà dell’altro e desidera il suo bene oltre ogni deriva egoistica. Per giungere a questo è indispensabile educarsi e percepirsi in un cammino interminabile di maturazione individuale e di coppia imparando così ad amare pur sapendo che tale è una conquista mai definitivamente raggiunta. Invero, il senso dell’amore riposa nell’arte di coltivare, riparare e custodire l’unicità del legame ogni nuovo giorno.
NOTE
1. Cfr., V. E. FRANKL, Logoterapia e analisi esistenziale, tr. it. di E. Fizzotti , Morcelliana, Brescia, 2005.
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