“I classici greci e latini sono minacciati non da una cultura che li sfida, ma da una che li ignora. Il problema non è se i classici sono attuali, ma se lo siamo noi nei loro confronti”.
Prima di affrontare il tema dal punto di vista critico, dobbiamo chiederci cosa sono i classici, cosa intendiamo con questo termine.
“È un libro che tutti odiano perché sono stati costretti a leggerlo a scuola”, così dice Umberto Eco.
Io ritengo che il classico sia una parte del passato che ha permesso il nostro presente e che noi possiamo utilizzare per il futuro. Se il passato e i classici non ci fossero stati o se fossero stati diversi da quelli che sono, anche il presente sarebbe diverso, perché inevitabilmente ha le fondamenta in loro e da loro si è sviluppato. Qualunque modifica può essere significativa, un po’ come il DNA nel corpo umano: un errore o una diversità possono provocare un danno più o meno grave oppure, più raramente, qualcosa di positivo.
Nel contesto contemporaneo di una scuola che corre per modernizzarsi ed essere sempre aggiornata, ritengo che il classico venga considerato superfluo rispetto ad Internet, che ha ormai preso il sopravvento, ma penso anche che in fin dei conti non sia necessario fare una scelta tra libro, classico, cartaceo ed Internet.
Il digitale può essere utilizzato per la ricerca di informazioni aggiuntive a quelle che i libri ci forniscono, tanto più che oggi molti libri di testo sono riportati anche in formato elettronico con alcune integrazioni, ma anche come fonte di apprendimento in maniera diversa da quella che conosciamo.
Può esser utile studiare un classico anche utilizzando video e film che lo rappresentano in maniera più nuova e divertente, stando però attenti che non si distacchi troppo dalla versione originale e non dia informazioni errate. Ciò, infatti, potrebbe stimolare all’apprendimento anche chi non ama così tanto lo studio ed i classici.
Dal mio punto di vista ogni opera che viene studiata può nascondere se non tutti almeno alcuni aspetti che possono colpirci, se è stata conservata e viene tramandata c’è di sicuro qualcosa da conoscere di lei!
Per esempio lo studio della “Divina Commedia” di Dante è, se non avvincente o bello agli occhi di tutti, almeno utile poiché dà parecchie informazioni storiche, legate a personaggi realmente esistiti nel Medioevo, contemporanei all’autore, o anche nei tempi più antichi.
Gli incontri con i vari personaggi ci mostrano credenze popolari o difetti umani o della società che spesso vediamo essere comuni anche a noi oggi.
Per esempio l’idea, profondamente religiosa, che non si debba superare il volere della divinità, i limiti imposti all’uomo.
Oggi lo vediamo nello sfruttamento dei territori e nella risposta data dalla natura attraverso terremoti e tragedie naturali; nella Commedia ne troviamo un esempio nella Cantica in cui il protagonista è Ulisse, eroe dell’Odissea.
Egli viene colpevolizzato per essere voluto andare oltre le Colonne d’ercole, limite imposto dagli dei, oltre il quale si pensava, ritenendo che la terra fosse piatta, che il mondo finisse.
Ulisse fu troppo curioso e fu punito per questo con la morte.
Se riflettiamo sui poemi omerici, Iliade ed Odissea, notiamo, poi, che da lì emergono temi riscontrabili anche nella nostra quotidianità: amore, guerra, contese soprattutto di tipo economico, desiderio di ricchezza.
Effettivamente nonostante il mito ci presenti come causa scatenante della guerra di Troia il rapimento di Elena, storicamente sappiamo che la causa era in realtà economica, quale argomento è più attuale?
Ciò che è interessante di questi poemi è come effettivamente gli eventi, i popoli e le terre siano reali, anche se tutto viene incorniciato dal mito per rendere la storia più stimolante.
Penso che il rischio maggiore per gli autori di classici sia quello di essere messi da parte e dimenticati. Ma così come queste opere sono arrivate fino a noi e ci è stata data l’opportunità di conoscerle e decidere se ci piacciono o no, se vogliamo studiarle o meno, chi siamo noi per non dare questa possibilità ai postumi?
Si ricade, come spesso succede, nell’ambito della conservazione di testi, opere, beni culturali: quello che abbiamo noi oggi, è giusto che ce l’abbiano i nostri figli e nipoti domani.
Già molte, troppe cose sono andate perdute nei secoli passati, è il momento di salvare la maggior parte del patrimonio culturale possibile!
Emma Boccato
Sono al primo anno di Scienze del testo letterario e della comunicazione, mi piace scrivere e vorrei fare la giornalista o lavorare comunque nel campo dell’editoria, infatti sono stata caporedattore del giornalino scolastico alle superiori.
Mi piace molto viaggiare e leggere.