L’acqua alta non è più solo un problema di Venezia, né di tutti i pendolari che la frequentano con gli stivali sempre a portata di mano. L’innalzamento del livello dell’acqua sta diventando una realtà che riguarda il mondo intero, o, se non vi piace osservare ciò che succede a troppi chilometri di distanza, riguarderà quasi tutta la pianura padana. Probabilmente tutti abbiamo sentito parlare della situazione problematica del clima, dello scioglimento dei ghiacciai, ma nessuno di noi ha mai sentito come personale questo problema, né l’ha mai tastato con mano.
Per capire qual è la situazione in cui si trova effettivamente il nostro territorio, abbiamo parlato con Luigi Emmolo, professore di Biologia e Chimica e autore del romanzo “Se la primavera non tornasse…”.
- Luigi, parlaci in breve del tuo racconto, di cosa tratta?
Si tratta di un libro di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali e sociali che caratterizzano i nostri tempi. Racconta la storia d’amore e d’avventura di un’ape e una farfalla che nascono nella Foresta Amazonica e che, scoperta una triste verità, decidono di affrontare l’oceano per raggiungere la Terra degli umani e parlare all’uomo per cercare di convincerlo a cambiare il suo stile di vita così impattante sull’ambiente e sulla sua stessa salute. È il racconto di un viaggio, di un sogno, di una commovente e indimenticabile storia d’amore che ha per protagonisti Noan e Flò, un’ape e una farfalla che decidono di affrontare l’oceano con l’intento di parlare agli umani, informarli delle conseguenze che potrebbero derivare dagli abusi nei confronti della Natura.
- Come è nata la tua opera? Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ho scritto questo libro per lo stesso motivo per cui ho deciso di fare l’insegnante, rinunciando tra l’altro alla possibilità di realizzare un sogno che coltivo sin da ragazzino: il sogno di diventare ricercatore. Il motivo è questo bisogno, questa necessità che sento di parlare a chiunque della natura, delle sue bellezze e dei rischi che essa corre a causa dei nostri comportamenti incuranti che sempre più stiamo portando avanti in un’ottica inconsapevolmente autodistruttiva. Notava Nicolas Georgescu-Rogen, padre fondatore della bioeconomia: “Mai, in tutta la sua storia, l’umanità si è trovata in una situazione più difficile. Parliamo di questa o quella specie in pericolo, ma evidentemente non ci si rende conto che forse quella in maggior pericolo è proprio la razza umana.” Ecco, questo pensiero riassume perfettamente la motivazione che mi ha spinto a scrivere questo racconto: svegliare le coscienze umane, rendere la gente consapevole dei rischi che corriamo e del ruolo che ognuno di noi gioca, nel bene e nel male, rispetto a quanto sta accadendo a livello sociale e ambientale.
- In che modo cerchi di svegliare le coscienze umane?
Mi dedico attivamente a campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani, al fine di educare le persone a un corretto stile di vita e al rispetto dell’ambiente: punti di partenza per condurre una vita sana e felice. Con questo racconto, per quanto triste e realistico sia, cerco soprattutto di dare un segnale di speranza. Vorrei, infatti, che il mio messaggio arrivasse il più lontano possibile, che cambiasse il cuore della gente, per generare consapevolezze e cambiamenti capaci di migliorare il mondo.
- “Se la primavera non tornasse…” è una favola che racchiude in ogni sua parte un livello simbolico-metaforico, raccontacene qualcuno!
Flò, la farfalla, simboleggia la “Natura”; bella, elegante nelle sue forme e colori, ma anche e soprattutto fragile, proprio come i delicati equilibri che tengono in vita il Pianeta.
Noan, l’ape, è invece il simbolo della “Speranza”; le api ricoprono infatti un ruolo importantissimo nella biosfera: esse impollinano i fiori consentendone la riproduzione e la diffusione sulla terraferma, garantendo così, a tutti gli animali del Pianeta, il cibo e l’ossigeno di cui hanno bisogno per vivere. Anche i luoghi descritti sono densi di significato: la Foresta Amazzonica simboleggia infatti il mondo puro e incontaminato, incantevole, com’era una volta.
- La situazione del nostro pianeta è così grave?
Ci rimane meno del 20% delle Foreste, l’80% delle riserve ittiche viene oggi sfruttato al limite o oltre la massima capacità di rigenerazione, entro il 2025 il 50% della popolazione mondiale potrebbe sperimentare delle gravi carenze idriche, e infatti è già stato lanciato l’allarme per una migrazione planetaria che potrebbe interessare dai 250 milioni a 1 miliardo di individui, produciamo più di 4 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno, la temperatura del Pianeta è in aumento e potrebbe salire di 4-5 gradi nei prossimi decenni, la produttività dei terreni sta diminuendo per tutta una serie di concause e la barriera corallina sta scomparendo ad una velocità spaventosa.
- Nel libro affronti tantissimi problemi ambientali e sociali, però ce n’è uno che riguarda ancor più da vicino le zone della provincia di Treviso, ricche di vigneti e di coltivazioni
Sì, è il delicato ed attualissimo problema dei pesticidi: sostanze utilizzate in agricoltura per combattere i parassiti delle piante ma che hanno degli effetti gravissimi anche sull’uomo. È stato infatti dimostrato essere sostanze cancerogene, mutagene, teratogene, reprotossiche e neurotossiche. Dobbiamo quindi cercare di ridurre l’esposizione a queste sostanze, tutelando soprattutto le persone più vulnerabili, quali sono ad esempio le donne in gravidanza, in allattamento e i bambini.
- Possiamo definire questo racconto una sorta di attacco al sistema capitalistico-consumistico; un sistema che ha portato alla distruzione degli equilibri naturali ma anche di quei valori che danno un senso all’esistenza: il valore della famiglia, dell’amicizia, dell’alterità, della libertà, della sana alimentazione e quindi della salute. Dico bene?
Sì. È un attacco a un sistema che è riuscito a trasformare la società in una mega-macchina il cui unico fine è quello di produrre. In un sistema del genere l’uomo è quindi visto come un semplice ingranaggio al servizio di chi, dotato di capitale da investire, può accrescere il proprio profitto a scapito della salute e della felicità della gente comune. Un sistema del genere deve essere quindi abbandonato al più presto, anche perché non può che portare alla distruzione del Pianeta. Non è possibili infatti accrescere i consumi all’infinito in un sistema dalle dimensioni finite qual è la Terra!
- La filosofia può aiutare le persone a contrastare il sistema capitalistico, i cui effetti stanno rovinando il pianeta?
Sicuramente, perché può indurre ogni singola persona alla riflessione sulla vita. Risalendo alle cause degli eventi che ci circondano, possiamo comprendere da dove sia partita la deriva ambientale che stiamo vivendo. Con il mio libro infatti vorrei stimolare ogni persona a capire che la concatenazione degli episodi dannosi del pianeta include anche una responsabilità personale. Sensibilizzando ragazzi e bambini si può costruire una base per una società che viva in simbiosi con il proprio territorio, rispettandolo e capendo di cosa ha bisogno.
- Ma esiste secondo te un’alternativa a questo sistema, alla società della crescita?
Certo! È il suo esatto opposto: un sistema che insegue l’ideologia della decrescita. Una società in grado di vivere all’insegna della frugalità, in cui ognuno si autoproduce quante più cose possibile, una società basata sul dono, sullo scambio di beni, che consuma soprattutto prodotti locali, che mette al primo posto la sana alimentazione, l’istruzione, la salute, l’amore e la libertà.
- Il tuo libro è uscito da poco ma sta avendo grande risonanza: molte scuole lo stanno utilizzando per la realizzazione di progetti di sensibilizzazione, ha ricevuto importanti sponsorizzazioni e si è classificato al primo posto nella fase web del prestigioso Concorso Nazionale “Casa Sanremo writers 2016”. Qual è, secondo te, il motivo di tale successo?
Credo siano due i punti di forza di questo libro. Il primo è rappresentato dal tema affrontato. Un tema delicatissimo, attuale e che spinge ogni giorno milioni di cittadini, consapevoli dei gravissimi rischi che stiamo correndo, a cambiare il proprio stile di vita per renderlo più ecosostenibile. Per queste persone che credono e sperano in un mondo più salubre e giusto, il mio libro rappresenta un ottimo strumento per veicolare ad amici e parenti i valori in cui tanto credono, per questo lo stanno comprando e ne stanno favorendo la diffusione.
L’altro punto di forza è rappresentato dallo stile narrativo adottato, il quale mi ha permesso di affrontare questi temi così importanti senza però stancare il lettore, anzi, emozionandolo attraverso la dolcezza degli scenari descritti, dei personaggi, e le storie d’amore e d’amicizia che avrà la possibilità di vivere attraverso la lettura.
- Ultima domanda, dedicata ai nostri lettori: cosa pensi della filosofia?
La filosofia è una disciplina completa, che si può occupare di aspetti molto diversi tra loro, tutti affrontati con un metodo rigoroso di riflessione, argomentazione, ragionamento. Se potesse diventare un campo di indagine fruibile a tutti, non rimanendo isolata a una materia di studio, potremmo avere risultati stravolgenti nella vita di tutti i giorni, nella quotidianità di ognuno di noi. Riflettendo sul senso delle cose, sulla loro naturalità, staremmo sicuramente più attenti a preservare il pianeta in cui viviamo, l’ambiente che ci dà il necessario per vivere e che ha bisogno del nostro aiuto.
Giacomo Dall’Ava
[immagini concesse da Luigi Emmolo]