Le hanno tolte a Charlie
Le hanno tolte al mondo per una manciata di secondi.
Nessuno si sarebbe aspettato di vedere un Cattelan ucciso a colpi di arma da fuoco da un fanatico cristiano, o un Bansky torturato dalla polizia. La libertà di esprimere la propria opinione è divenuta dopo la seconda guerra mondiale uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Il caposaldo delle democrazie occidentali. Ma assuefatti da tanta letteratura spazzatura, da Vogue, da storie d’amore a lieto fine, e racconti fantascientifici ci siamo dimenticati che l’arte è da sempre politica.
E forse ci siamo dimenticati anche di un’altra cosa, presi dal lavoro, dalla routine e dallo stare dietro all’ultima serie di Games of Thrones: convivere non è facile.
Convivere e andare d’accordo non è scontato. Come nelle relazioni, è facile andare d’amore e d’accordo con una persona che condivide tutto con noi, idee, religione, sogni, progetti, pensiero politico, mentre è una sfida quotidiana rispettare ed amare chi è diverso. Chi porta il velo, chi prega un altro Dio, chi è vegano, chi ama gli uomini e chi ama le donne.
Non voglio giustificare nessuno sia ben chiaro, la violenza è intollerabile. Uccidere degli esseri umani per il loro pensiero è imperdonabile, ma la nostra società forse dovrebbe interrogarsi per capire se è priva di colpe in tutto ciò. Amiamo definirci una comunità tollerante, inconsapevoli del fatto che la tolleranza non è positiva e che è molto semplice vedere le diversità attorno a noi, molto più complesso è invece riconoscerle. Convivere non significa ritrovarsi a fare la spesa da Wal Mart e salutarsi, quando poi sotto i nostri materassi nascondiamo mitra e bombe incendiarie, convivere non è togliere le panchine dal centro di una città perchè vi si siedono gli immigrati, convivere non è scrivere in arabo sui mezzi pubblici che bisogna pagare il biglietto. Per convivere bisogna dialogare, bisogna esporre il proprio punto di vista, ascoltare quello dell’altro e giungere a dei compromessi, senza il dialogo ce ne stiamo come monadi sospese a mezz’aria convinti ognuno che le nostre idee siano verità assolute. Se non dialoghiamo diventiamo ciechi, non vediamo gli uomini che ci stanno di fronte e siamo disposti a sparare loro per portare avanti un’ideale.
La società e la politica si sono macchiate in parte del sangue di Charlie perchè non hanno fatto in modo che questo non accadesse, perchè non hanno integrato veramente, facendo capire che il diritto di esprimere la propria opinione è un valore. Non hanno integrato veramente perchè ci sono ancora troppi luoghi comuni, pregiudizi e dicerie riguardo a tutto il mondo islamico. Perchè esistono ancora troppe leggi razziste e discriminanti.
Forse Charlie non potrà più parlare, ma noi non siamo rimasti senza parole, anzi, dobbiamo parlare per lui, per difendere la sua opinione, la nostra e quella di coloro che la pensano diversamente da noi, per reclamare una società dove le diversità vengono conosciute e riconosciute.
Valentina Colzera
[Immagine copertina tratta da Google immagini; immagine articolo tratta dalla pubblicità del brand Benetton]