Diciamolo subito: “50 sfumature di grigio” è un film che va oltre la critica. E’ un film che in realtà i critici non dovrebbero neppure guardare o cercare di commentare. Questo perché il film della furbissima Sam Taylor-Johnson è in realtà una pellicola che non tiene in considerazione la critica nemmeno per un momento. E’ un prodotto pensato, girato e creato a solo uso e consumo del pubblico. Poco importa se qualcuno dirà che si tratta di un porno mancato, o di un insipido dramma a metà strada tra “9 settimane e mezzo” e “Twilight”. Quello che conta è che se ne parli e che la gente paghi il biglietto per andare a vederlo. “50 sfumature” si trasforma così in un vero e complesso esempio di marketing transmediale, ammirevole per la sua capacità di creare così tanta aspettativa e così grandi dibattiti intorno a sé.